UNA PESCA MIRACOLOSA (Talbott's Cove Series vol 1) by Kate Canterbary

UNA PESCA MIRACOLOSA (Talbott's Cove Series vol 1) by Kate Canterbary

autore:Kate Canterbary [UNA PESCA MIRACOLOSA (Talbott's Cove Series vol 1)]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hope Edizioni
pubblicato: 2019-01-30T16:00:00+00:00


13

DRIZZARE

V. Ritirare le scotte e tendere le vele.

COLE

I passi che separavano quel punto nei boschi dalla camera di Owen erano parecchi, ma lui mi prese per mano e mi guidò lungo il percorso, e tutto il resto svanì. Volevo scattare una foto che ci ritraesse proprio così. Il mio uomo che mi teneva per mano e faceva strada. Il mio uomo. Questo sì che era un pensiero insolito.

Dopo aver chiuso la porta, attaccò i miei vestiti. Mi slacciò la cintura, abbassò la lampo, via i bottoni, via tutto. Non appena i miei boxer finirono per terra, Owen fece un passo indietro e mi fissò, ammirando il mio corpo nudo.

Prima che mi lasciassi frenare dal pudore, mi afferrai l’uccello alla base e lo massaggiai lentamente. Un ringhio riecheggiò nel suo petto e Owen aggrottò la fronte come se volesse avvisarmi. Aveva il respiro affannoso che risuonava in una nenia sensuale. Provavo un desiderio immenso per quell’uomo, una fame implacabile.

«Spogliati,» dissi, allungando la mano per liberarlo dalla T-shirt.

«Adesso sì che ragioni,» rispose. «Credevo che mi avresti solamente lasciato qui a fissarti mentre ti masturbavi. Non che mi dispiacerebbe, ma non era quello che avevo in mente».

Sollevai la T-shirt e gliela sfilai dalla testa, poi mi concentrai sui suoi pantaloncini, ma ero un vero disastro. Almeno un bottone fu sacrificato per la causa e decisi di smetterla di provare ad abbassare la cerniera che copriva il rigonfiamento più che evidente della sua erezione. Lasciando perdere la cerniera, abbassai l’indumento sui suoi fianchi e sospirai sollevato quando lo liberai.

«Merda. Mi dispiace,» mormorai. «Non sono molto bravo a muovermi al buio. O a spogliare. Non è quello che intendevo. No, voglio dire, ovviamente so come ci si spoglia, ma non ho esperienza nel togliere i vestiti agli altri. Non è una delle mie abilità. Potrei essere un vergine rinato».

Owen – che Dio lo benedica – scelse quel momento per incrociare le braccia sul petto muscoloso.

«Lo dici come se fosse una brutta cosa. Non lo è. Ti insegnerò tutto quello che hai bisogno di imparare,» disse, mentre il suo uccello puntava dritto verso di me. Allungò una mano, sfiorandomi la mascella con le nocche. «Sei andato bene, piccolo principe».

Non sapevo che cosa ci fosse di particolare nella sua approvazione e nel suo affetto, ma mi fecero sentire al settimo cielo. Non persi tempo, lo costrinsi a indietreggiare verso il letto, a distendersi sulla coperta e presi il suo uccello in bocca. Non riuscivo a ricordare l’ultima volta che lo avevo succhiato a qualcuno ma quello che mi mancava in talento lo compensavo con l’entusiasmo. Non vedevo l’ora di far mio tutto quel ben di dio – e lui – e raccolsi anni di bisogno e solitudine, desiderio e sollievo in ogni movimento della mia lingua.

Lo succhiai forte e in profondità, e le sue mani erano dappertutto. Attorno alle mie spalle. Impegnate a massaggiarmi la testa. A strofinarmi la mascella. E poi la sua mano trovò la mia.

Le nostre dita si intrecciarono e i nostri sguardi si incrociarono.



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